Layout del blog

Quali sono le migliori condizioni relazionali per la crescita umana?

Dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare • gen 15, 2020
Esistono delle condizioni relazionali che favoriscono la crescita costruttiva dell’individuo, ovvero la sua capacità di trovare un migliore adattamento e un migliore benessere? Queste condizioni possono valere in ogni contesto relazionale, sia esso un rapporto terapeutico, la relazione genitore-figlio, la relazione all’interno di una coppia o di un gruppo di persone?

Di questi temi si è occupato, nel corso della sua lunga attività clinica e di ricerca, lo psicologo umanista americano Carl R. Rogers (1902-1987).

 
Partendo dalla sua esperienza clinica, si occupò nel corso di tutta la sua vita personale e professionale di dare risposta alla seguente domanda: “che cosa favorisce la crescita e il cambiamento costruttivo in un essere umano?”.

Più nello specifico partì dalla propria attività clinica e si domandò che cosa ci fosse, nel suo comportamento e nel suo atteggiamento, che potesse favorire un cambiamento costruttivo nell’altro.

Amante della verifica scientifica di ogni affermazione che potesse essere da lui teorizzata e desideroso di portare sempre alle più estreme conseguenze logiche ogni sua intuizione, sottopose a rigorosa ricerca empirica ogni concetto da lui sviluppato.

Non fu mai grandemente interessato alla sola teorizzazione o alla mera speculazione filosofica, ma fu sempre desideroso di verificare la bontà delle sue ipotesi (fu il primo psicoterapeuta a registrare le sedute affinché si potesse studiare attraverso ogni micro-scambio verbale e non verbale, quali potessero essere gli atteggiamenti più efficaci nel cambiamento costruttivo dell’altro).

Arrivò quindi a teorizzare una serie di condizioni, da lui definite condizioni necessarie e sufficienti che, se presenti in una relazione terapeutica, aumenterebbero la probabilità di generare un miglior adattamento nell’altro.

 
Secondo Carl R. Rogers un cambiamento costruttivo nell’altro ha più probabilità di generarsi qualora sia presente un “clima facilitante alla crescita”, costituito da una serie di atteggiamenti del terapeuta, che possa essere percepiti tali dal paziente/cliente.

Per atteggiamento non si intende l’applicazione di una metodologia o una tecnica, ma un vero e proprio “modo di essere” del terapeuta, ossia un modo di porsi e di vedere l’altro che si sia compenetrato profondamente nel proprio modo di vedere e percepire l’altro.

Ben inteso, non è rilevante il modo che il terapeuta ha di valutare il suo modo di stare nella relazione, ma il modo in cui si viene percepiti dai propri pazienti/clienti.

 
Tali atteggiamenti sono:


a) La Fiducia nelle risorse dell’altro, ovvero nella sua capacità di auto-direzionare e auto-determinare la propria vita, nella sua innata capacità di crescere in modo costruttivo (in presenza di un clima psicologico facilitante). 
Secondo Carl R. Rogers ogni organismo vivente, in presenza di condizioni facilitanti la sua crescita, tenderebbe a svilupparsi in maniera costruttiva ed adattiva, mostrando una propensione alla crescita costruttiva evoluzionisticamente predeterminata.

b) La Congruenza del terapeuta, ovvero la capacità del terapeuta di essere nella relazione terapeutica trasparente, ovvero di essere percepito in modo autentico in ciò che pensa e dice;
 
c) L’ Accettazione Incondizionata del terapeuta, ovvero la capacità del terapeuta di farsi percepire dall’altro come totalmente accettante il suo vissuto e la sua esperienza. Ben inteso, ciò non significa accettare ogni comportamento dell’altro, ma saper comprendere ed accettare il vissuto e le emozioni che ne stanno alla base. Ad esempio posso non comprendere il modo in cui esprimi la tua aggressività, ma posso comprendere la tua rabbia.

d) L’ Empatia, ovvero la capacità del terapeuta di essere percepito come una persona che sa comprendere profondamente il vissuto del cliente/paziente, che sa entrare profondamente nel modo di vedere il mondo dell’altro.
 

Quando in una relazione terapeutica il paziente/cliente percepisce nella relazione la presenza di tali atteggiamenti, si creerebbe per Carl R. Rogers un “clima facilitante la crescita costruttiva dell’altro”, ovvero una condizionale relazionale di fiducia in cui la persona può arrivare a comprendere profondamente se stessa al fine di attuare scelte costruttive per la propria vita e sviluppare un adattamento più salutare.

Secondo Carl R. Rogers questo modo di essere nella relazione del terapeuta può essere ostacolato da una eccessiva tendenza alla speculazione teorica o all’inquadramento diagnostico. 

La tendenza a comprendere l’altro “dall’esterno”, ossia osservare l’altro attraverso un tentativo di categorizzare i suoi processi emotivo e cognitivi, rischierebbe di distogliere dalla reale comprensione del suo vissuto, del suo modo di essere-nel-mondo, facendo venire meno quel clima psicologico facilitante da lui teorizzato.

 

Le condizioni relazionali facilitanti la crescita umana si sono poi dimostrate condizioni predittive della crescita costruttiva di un essere umano non solo in ambito terapeutico, ma in ogni contesto relazionale.

Hanno dimostrato la loro efficacia nell’ambito educativo (nel rapporto insegnate-alunno), nella crescita di gruppi e comunità, nel miglioramento delle relazioni affettive (nei rapporti amicali e di coppia).
dott. Cristiano Reposo
Scopri di più sul dott. Cristiano Reposo

Condividi l'articolo

dott.ssa Sara Bosatra, Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 10 set, 2021
L'esposizione a immagini di corpi femminili sessualizzati su Instagram ha un impatto negativo su come le donne percepiscono il loro corpo. Promuovere un uso più attivo dei social network e una selezione di contenuti più realistici e rappresentativi della bellezza naturale può costituire un’importante azione di prevenzione per l'immagine corporea di molte donne.
dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 27 gen, 2021
Esiste uno stretto legame tra emozioni e flusso di tensione muscolare. Se le emozioni restano inespresse o irrisolte, le tensioni muscolari permangono nel corpo, fino a provocare dolorose contrazioni o spasmi. Le persone che vivono in condizioni di stress cronico soffrono di tensioni muscolari nella zona di collo e spalle, a volte addirittura riportando un accorciamento dei muscoli in quelle zone. Oltre ad agire direttamente sulla muscolatura, la strada davvero risolutiva per sciogliere le tensioni muscolari è occuparsi del bisogno comunicato dal corpo attraverso di esse. Solitamente la comparsa delle tensioni muscolari è il modo con cui il corpo chiede di recuperare dagli sforzi psicofisici ed emotivi, invitando a procurarsi defaticamento, rilassamento, leggerezza, libertà, nella dimensione fisica e psichica. Come ha detto Laban: dopo ogni sforzo è necessario un recupero!
Dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare
Autore: Dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare 02 dic, 2020
In questo periodo i nostri figli si trovano disorientanti da una difficile situazione che provoca in loro molte emozioni, spesso spiacevoli. Ogni bambino ha il proprio modo di interpretare gli eventi e di reagirvi emozionalmente. Alcuni bambini potrebbero reagire con maggiore ansia, più richieste di vicinanza fisica con i loro genitori, più ritiro del solito, più aggressività, oppure potrebbero avere incubi. Un bambino ha bisogno di essere facilitato nell’esprimere ciò che prova quel momento. Ha bisogno di riconoscere le emozioni che sta provando e di dare ad esse un nome. Ha bisogno che queste emozioni siano comprese e legittimate, che vi sia una persona affettivamente significativa per lui che non sia travolta da queste, ma che sappia validarle e contenerle dentro di sé e che, al contempo, sappia trasferire un messaggio di speranza. Come possiamo fare tutto con questo con i nostri figli?
dott.ssa Sara Bosatra, Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 05 nov, 2020
Lo stress è stato definito il “Male del XXI secolo” dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): ne soffre oltre l'85% della popolazione italiana. Il malessere dello stress è generato non tanto dal singolo evento, quanto dalla personale percezione di non essere capaci di viverlo e sostenerlo. Riuscire a gestire lo stress significa essere capaci di regolare le emozioni, dedicarsi a un recupero efficace del proprio benessere e proporre attivamente azioni, alternative o possibili soluzioni per stare bene (o meglio) nei diversi contesti di vita.
Centro Umanistico Alessandria
Autore: Marco Gambarotta - Osteopata D.O.B.Sc (Hons) Ost. M.R.O.I. 29 mag, 2020
Viene definita Lombalgia ogni dolore che ha come punto d’insorgenza la regione lombare della nostra colonna vertebrale, il quale può essere determinato da svariate cause. Si stima che nell'85% dei casi il mal di schiena sarebbe imputabile a cause non specifiche legate allo stile di vita. Ad esempio posture scorrette, sforzi, poco stretching, sedentarietà, stress fisici - psicologici, traumatismi, colpi di frusta, problemi di natura viscerale. L'intervento dell'osteopata attraverso la manipolazione va a migliorare la vascolarizzazione, il drenaggio e l’ossigenazione dei tessuti, con l’obiettivo di ripristinare la normale funzionalità, interrompendo la facilitazione neurologica che comportava il dolore.
Centro Umanistico Alessandria
Autore: Dott. Alexandru Banescu - Dietista clinico e sportivo, educatore alimentare 20 mag, 2020
Sovrappeso, obesità, epidemia di obesità. Sono termini che sentiamo ogni giorno. L’eccesso ponderale nella popolazione ha cause sociali, economiche, culturali, famigliari, mediche, genetiche, comportamentali e psicologiche che pongono le basi per creare quello che è attualmente la più grande fatica contro cui la sanità mondiale sta lottando. Una delle strade che si sta percorrendo è combattere sovrappeso ed obesità non appena si presentano in età pediatrica.
Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 03 mag, 2020
Le evidenze scientifiche sono tutte favorevoli a premiare la danza per i suoi effetti positivi sull'umore, l'immagine corporea, le relazioni, il sistema cardiocircolatorio, il peso corporeo, la plasticità neuronale... Insomma, ballare favorisce un miglioramento della salute psicofisica. Un'indagine del sistema sanitario inglese sui pazienti che più frequentano gli studi dei medici di base ha portato a una splendida intuizione: quelle persone avevano bisogno di essere coinvolte in attività fisiche o artistiche di gruppo, per uscire dall'isolamento e dalla sedentarietà, al fine di migliorare la qualità della vita in termini di salute fisica, psicologica e relazionale. Sono iniziate così le prime prescrizioni mediche di ballo, come terapia e prevenzione di diverse patologie. Vediamo qualche esempio sostenuto dalle ricerche scientifiche.
dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare
Autore: dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare 20 apr, 2020
Molto spesso le nostre buone intenzioni di cambiare un comportamento nostro o altrui vanno incontro a fallimenti e senso di frustrazione. Perché questo accade? Una possibile risposta arriva dal Modello TransTeorico del Cambiamento di Di Clemente e Prochaska (1982), secondo il quale l’insuccesso dipende dalla non-conoscenza di come funziona il processo di cambiamento. Secondo questo modello, è possibile cambiare solo attraverso il passaggio lungo una serie di step, ciascuno dei quali è propedeutico per il passaggio allo step successivo. L’efficacia nella facilitazione di un cambiamento richiederebbe quindi di comprendere in quale fase del processo si trovi la persona e di facilitare il passaggio lungo queste fasi. Vediamole assieme.
Irene Biasco - Infermiera, Operatore del Benessere specializzata in massaggi olistici
Autore: Irene Biasco - Infermiera, Operatore del Benessere specializzata in massaggi olistici 13 feb, 2020
Il Massaggio Californiano è per eccellenza un massaggio avvolgente e distensivo, fa parte dei massaggi olistici, dona relax e dolcezza, movimenti fluidi, dolci e armonici sono i protagonisti di questo trattamento ed è ideale per persone stressate e sovraffaticate. Viene effettuato con olio vegetale dove vengono diluiti oli essenziali dal potere rilassante. Le mani creano una coreografia armoniosa sul corpo. Scopriamo i suoi benefici fisici e mentali.
dott.ssa Sara Bosatra, Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 13 gen, 2020
I comportamenti scortesi generano un effetto valanga: più siamo esposti alla maleducazione, più la percepiamo negli altri e aumenta la probabilità di essere ostili a nostra volta con gli altri. L'esposizione alla maleducazione attiva nella nostra mente il concetto di ostilità. Questo ci porta a percepire il mondo con un atteggiamento difensivo rispetto all’ostilità, influenzando le nostre interpretazioni e reazioni a discapito di un’analisi lucida della situazione e di risposte regolate. Come rompere la catena della negatività? Il primo passo è prendere consapevolezza dell’ostilità ricevuta, elaborando la situazione vissuta personalmente o di cui si è stati testimoni. A questo punto bisogna prendere le distanze da quella ostilità, attivando l’autoregolazione che contiene gli impulsi e permette di riacquisire lucidità.
Mostra altri
Share by: